charlota-blunarova unsplash.com

Papà lavorate meno, mamme lavorate di più

Una domanda per i papà:
Quanto tempo riuscite a stare da soli con i vostri figli senza chiedere l'intervento della madre o dei nonni?

Una domanda per le mamme:
Quanto tempo riuscite a stare assieme a vostro marito e i vostri figli senza chiedere di essere lasciate da sole (per prendere una pausa o riuscire a combinare qualcosa)?

Nel 2020 siamo ancora fermi a:
- Lo stereotipo del papà, che rientra stanco e nervoso, dopo una giornata di lavoro passata tra rotture e deficienti, che viene accolto dai propri bambini che si prostrano ai suoi piedi e la moglie che lo aspetta sorridente, con indosso il grembiule perché ha appena finito di preparare una sontuosa cena, una moglie che riordina dopo cena mentre il marito è in salotto a giocare con i bambini o sul divano a guardare la televisione;
- Lo stereotipo della mamma sempre sorridente che prepara colazioni, pranzi e cene, che esce con le amiche alla mattina mentre il marito e i figli sono assenti e che arriva alla sera con la casa in ordine, accompagna i figli a letto e trova anche il tempo di sedersi sul divano per far compagnia al marito.

Ma qual'è la realtà?

Oppure è più reale una mamma esaurita e incazzata nera con il figlio che non mangia, non dorme, non fa i compiti, non le permette di fare le faccende di casa e di pensare alla cena e un papà che dopo cena vorrebbe riposarsi sul divano mentre il figlioletto è carico di energie conservate proprio per giocare con lui?

Quante volte anche una piccola stupidaggine porta ad una litigata colossale perché a monte il marito crede che la sua giornata sia di gran lunga più gravosa rispetto a quella della moglie, mentre lei si innervosisce perché il marito non si rende conto di quanto possa essere stata stressante la sua giornata.
Se ci aggiungiamo poi che il figlio preferirebbe stare con il papà buono che lo asseconda invece di stare con la mamma cattiva che lo sgrida tutto il giorno, abbiamo completato il quadro clinico.

Dovremo impostare un promemoria che almeno una volta all'anno ci ricordi di porci questa domanda:
È quello che realmente pensavamo di dare ai nostri figli quando desideravamo che arrivassero, quando durante i nove mesi in cui crescevano ci chiedevamo come sarebbero stati fisicamente e caratterialmente, quando decidevamo il loro nome?

Cosa ho imparato dopo più di 3 mesi

(Premessa: sono uno dei privilegiati che durante la quarantena ha lavorato, anzi di più e peggio del solito grazie alla burocrazia e non ha mai fatto smart working.)

Quando ho deciso di dimettermi per dedicare più tempo ai miei progetti e soprattutto alla mia famiglia (ovviamente la vita non va mai come la programmi, ma ti riserva sempre imprevisti e felici sorprese), qualcuno mi ha detto:

Con i miei figli ho scelto di dedicargli più tempo di qualità, che quantità.

Pochi giorni dopo, ho sentito una psicologa dell'infanzia pronunciare queste parole:

I bambini, specialmente quelli piccoli, hanno bisogno tanto della loro mamma, quanto del loro papà. 
Parlare di qualità piuttosto che quantità è puramente una scusa che abbiamo inventato noi adulti per non dedicare più tempo possibile ai nostri figli e non sentirci in colpa.

Pensavo di avere più tempo per me, invece ne ho ancora meno.
Passo più tempo con mio figlio, ma il nostro rapporto non è migliorato anzi, più tempo assieme vuol dire più occasioni per litigare.
Quando lavoravo full-time ero il suo salvatore che lo liberava dall'oppressione della mamma tirannica, ero la persona con cui guardare i cartoni in tv, giocare, leggere i libretti e l'unico che poteva accompagnarlo a nanna.

Oggi io e la mamma siamo allo stesso livello.

Con entrambi si può giocare, leggere, guardare la tv ma anche entrambi siamo cattivi se lo sgridiamo, se diciamo no ai suoi capricci e se gli assegniamo dei compiti.
A seconda di com'è andata la giornata, il genitore preferito può avere l'onore di portarlo a letto (per la maggior parte delle volte sono ancora io).
In fin dei conti sembra che quello che ci abbia rimesso sia io, ma non è così perché ho imparato molte cose da mia moglie e mio figlio.
Ho capito che se il tuo bimbo non dorme per tutto il giorno, non riuscirai a concludere nulla, non solo lavorare, ma nemmeno preparare il pranzo, pulire o in alcuni casi anche solo andare in bagno (la privacy non esiste più in casa nostra).
Lavorare tutto il giorno fuori casa, lontano dalla tua famiglia, vuol dire perdersi una parte della loro quotidianità, ma soprattutto non condividere con l'altro genitore seccature e gioie che il proprio cucciolo può darti.

Avere dei figli è una rottura? Sì, ma non solo

Un figlio è una montagna di problemi e imprevisti che cresce di pari passo con la sua evoluzione. 
Ma ogni suo gesto, anche il più semplice, ogni sua scoperta, ogni suo risultato ripaga infinitamente di più di quanto siano gli sforzi (sacrifici) che vengono fatti ogni giorno per loro.

Non consiglio a nessuno di fare quello che ho fatto io, ma consiglio a tutti almeno di rivedere i propri equilibri e i propri preconcetti di fronte alle esigenze di vostro figlio, ma non annullatevi per loro.

Questo vuol dire che il papà non deve assentarsi tutto il giorno, tutti i giorni, perché deve lavorare per mantenere moglie e figli che sono a casa, rinunciando alla quotidianità famigliare, e nemmeno sovraccaricare il proprio tempo libero di impegni extra familiari, ma dovrebbe avere il tempo di imparare cosa vuol dire realmente occuparsi della casa e della famiglia.
Dall'altra parte la mamma non deve rinunciare ai suoi sogni o alle sue idee o aspettative, mollare tutto e occuparsi esclusivamente della casa e dei figli, ma deve cercare un'alternativa alla quotidianità famigliare che le permetta di impegnarsi anche in altro e allo stesso tempo deve imparare a delegare i propri compiti ai nonni o al papà, consapevole che non seguiranno i suoi comandamenti.

Ovviamente ogni situazione è diversa e siete voi a sapere cos'è più giusto per la vostra famiglia, ma se avete la possibilità, fate in modo che entrambi i genitori lavorino e che entrambi abbiano tempo da dedicare alla propria famiglia.


Esistono anche situazioni in cui entrambi i genitori lavorano full-time, delegando la gestione dei figli alla scuola e ai nonni.

Ma è realmente necessario che entrambi i genitori lavorino a tempo pieno? 
Due stipendi pieni sono sufficienti per pagare qualcuno che si occupi della vostra casa e dei vostri figli al vostro posto e mettere in pace la vostra coscienza?

Se entrambi dovete lavorare più di 8 ore al giorno e ancora non riuscite ad arrivare a fine mese, vi consiglio vivamente di fermarvi e ragionare su quanto realmente viene retribuito il vostro tempo e su quanto la vostra vita privata sia piena di bisogni terziari, forse superflui, che potreste ridurre o addirittura rinunciare.

Pagare qualcuno che pulisca la nostra casa e faccia il bucato, lavi la nostra auto, porti a spasso il cane e che trascorra il suo tempo con nostro figlio non è la stessa cosa che pagare qualcuno per vivere la nostra vita privata?
Non diventiamo schiavi del lavoro e del denaro per comprare oggetti che ci danno una soddisfazione effimera o per comprare il tempo di altre persone.


Diario del papà

Da papà mi sento di consigliare a tutti i papà di fare questo esercizio (non so se può tornare utile anche alle mamme): SCRIVETE UN DIARIO.
Sarà utile per voi e per vostro figlio.
Scrivete ogni sera qualcosa che vi riguardi e che riguardi vostro figlio ma non condividetelo con nessuno, soprattutto con vostra moglie, fate che sia una cosa solamente vostra e metteteci dentro voi stessi.
Scrivete tutto quello che vi pare ma siate onesti.
Per esempio com'è andata la giornata, cos'ha fatto vostro figlio e/o cosa avete fatto assieme, l'umore che avete, le paure che vi circondano, le cose che in quella giornata vi hanno reso felici o tristi, che vi hanno fatto arrabbiare o stancare.
Siete stanchi alla sera? scrivete almeno un elenco con i punti più importanti che non volete dimenticare, e se non sapete cosa scrivere mettete solo la data.

Questo esercizio vi permetterà di rendervi conto di come trascorrete la giornata, com'è il rapporto che avete con la vostra famiglia e soprattutto se c'è qualcosa che dev'essere cambiato per interrompere una routine che non vi soddisfa.

Dove scrivere questo diario? decidetelo voi.
Ho provato più volte a prendere in mano carta e penna, (tutti gli scrittori consigliano di farlo), ma non riesco proprio ad avere una costanza, lo trovo un metodo scomodo. Personalmente ritengo molto più immediato l'utilizzo dello smartphone o del tablet.
Piuttosto che sprecare del tempo sui social a farmi gli affari degli altri, scrivo com'è andata la giornata.

Per avere un unico file sempre aggiornato e che posso modificare con qualsiasi device che ho in mano, sto utilizzando Documenti di Google (se non sapete di cosa si tratta vi lascio il link al relativo articolo per approfondire: Office craccato).
Ho provato prima con l'applicazione Keep, sempre di Google, ma le note hanno un limite di caratteri e dopo un paio di mesi non potevo più aggiungere altro.
Poi ho provato Evernote ma la sincronizzazione non era così immediata (tanto da perdere circa una settimana di diario).
Successivamente ho utilizzato Word Online ma non l'avevo trovato ottimizzato per l'utilizzo su smartphone quanto Documenti di Google, sia per lo spostamento del cursore sia per il tema scuro.
Infatti scrivo principalmente la sera, dopo aver messo a nanna mio figlio. Il tema scuro che rende nero non solo l'applicazione ma anche lo sfondo del testo, permette la riduzione della luminosità e riduce la stanchezza degli occhi.


Mi piacerebbe riuscire a creare uno spazio online dedicato ai papà dove condividere idee ed esperienze per poter evadere dai soliti stereotipi, quindi se avete proposte, opinioni o esperienze da condividere vi invito a farlo scrivendomi o commentando l'articolo.
Grazie per la lettura e la condivisione 🙇‍♂️

 

P.s.
Dedico quest'articolo ai futuri genitori, due in particolare, con la speranza e l'augurio che questo punto di vista possa aiutarli nelle decisioni future.